Salve, sono Nevio Leoni


Sono nato a Piombino nel 1950, ma vivo e dipingo all'Isola d'Elba da molti anni. Trovo sempre qualcosa di nuovo da fermare sulla tela tra questi borghi, su queste spiagge....tra questa gente.

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L’impossibile è solo reale
Nevio, testimone di un essere non gridato, ma verificabile ogni giorno, ha l’intuizione dell’artista che sa guardare al di là del descrivibile, del prevedibile e racchiude il quotidiano della sopravvivenza, è, accelerando il colore che guarda oltre, verso l’impossibile che è reale perché sperato, voluto e progettato. Nevio un uomo autonomo, che non parla con le statiche fotografie di un album di famiglia ma come commemorazione non gridata, di ricordi che sanno farsi memoria. Le sue opere, conosciute  e definite, racchiudono e circoscrivono il vissuto col disegno, sono un’illusione rassicurante e il nuovo che emerge, può essere ancora definito e fissato nei non urlati confini dei colori a volte timbrici, segnali di memorie di un’arte atavica e ricorrente. Nevio di cui sono amico, l’ho conosciuto dapprima solo come “autore”, distante dalle istituzionalità create dalle mostre, dalle gallerie, dalle pagine critiche e dal mercato,  subito le sue opere, mi, parvero acquistare la “dignità di un testo”, tra quelle che ho visto, e, che condivido in larga misura, apprezzo la veemenza di mostrare, simboleggiare, personificare, soprattutto comunicare in forme visibili e non verbali, l’impossibile è solo reale,
Con amicizia                                       Prof. Angelo Ghilardi  (Lino)
                                                                                     Docente Accademia di Brera

La sua pittura è mediterranea, il paese ritratto è immerso nel silenzio estivo di una stagione sempre bella, in un'estate continua, nelle opere del dopopranzo, quelle assolate, quando i paesani e i villeggianti dormono. Forse,questo è il motivo del vuoto per le strade, della tanta vita nascosta sotto i tetti, dietro i muri, su cui si spalancano le finestre, occhieggianti, su cui aprono le persiane di un verde luminoso, lo stesso colore dei giardini punteggiati dai fiori color pastello. Ed infatti è giusto puntare il dito sulla tavolozza del pittore: il cielo viola e lilla, il mare azzurro oltremare e turchese, il rosso e l'arancione dei tetti delle case che sono del resto scomposte e ricomposte alla maniera cubista, in una rappresentazione figurativa che ha una base geometrica: il paese ha una pianta rettangolare che va dall'alto in basso e dal basso in alto in un disegno umanistico.
Gli altri quadri, tra i quali non ci sono quelli con le figure, di proposito per portare avanti un discorso prospettivo fatto di panorami, sono costituiti da spiagge, di ghiaia e di sabbia viste in lontananza così da renderle suggestive, il bel promontorio portoferraiese ricoperto di verde sottobosco. Le scogliere sono coperte di verde ma sono anche messe in evidenza con un bianco luminoso, il bianco del nostro granito. L'amore per la natura è evidente nei quadri di Leoni, sia nei paesaggi costieri come in quelli paesani ed esprime il sentimento del pittore nei confronti delle cose e della gente.

Due sono le tendenze che si riscontrano nella pittura di Nevio Leoni. In un primo momento si nota la sua ricerca della vita e del bel respiro di paese, vissuto in figure di bar o in figure semiaddormentate. Ma anche un paese di noia, muri in calce, vuoto per le strade, assenza di finestre, tetti che coprono, con allegri colori, vite segrete, avventure nascoste e tanta banalità di tutti i giorni. Una menzione alle scogliere su cui si affacciano tali paesi, scogliere dipinte in movimento come si vedono dalla nave, brulle muraglie aperte su voragini che piombano cadendo con mille pieghe. La seconda tendenza riporta il movimento delle figure, movimento che nasce dallo studio delle posizioni del corpo nel ritmo ginnico. Si nota una grande flessibilità delle donne e degli uomini, che ricorda la capacità di contemplazione orientale attraverso il corpo in un misto tra misticismo ed erotismo. Senza amore le donne, per mancanza di passione, che incuriosisce e attira, o forse si dovrebbe parlare di un dopo l' amore, un après I'amour, un po’ introverso, che lascia spazio all'immaginazione. Si tenta di dare anche ai vecchi questa vita dove cova il fuoco per ravvivare la loro cenere. C'è un senso di amicizia nuova e antica anche tra i maschi, amicizia che nei visi si ritrova diversa perché sono diversi i caratteri; così i visi e i corpi asciutti e persi dentro vestiti eleganti, ma stracci morbidi gettati dal pittore su giovani e vecchi. La dimensione uomo si rivela nei quadri attraverso i tagli da modelli e le nozioni anatomiche del pittore, ossa e muscoli al loro posto a diversi per ciascuno. Gli stessi tagli quasi fotografici per gli scorci di paese. Le figure però predominano: ancora le donne dove il corpo pieghevole non regala alle curve naturali altro che l'eleganza dell'educazione a vivere e a posare. Uomini a donne stanchi che dormono o forse pensano sognando come fosse impossibile diventare volgari o terrestri, tanto la pittura si astrae negli smilzi personaggi di Nevio Leoni.

Diversi i formati, uno solo il filo conduttore: il fascino dell'isola. Di un lembo di terra che nel suo emergere dal mare è poesia che incanta, è brezza leggera che sussurra agli orecchi di chi sa leggerla sfogliandone gli angoli più caratteristici. E Nevio volentieri si sottomette al rapimento e lascia il cuore, prima ancora che il pennello, libero di esprimere il canto di amore per una terra generosa di emozioni e ricca di bellezza, oltre ogni immaginazione e misura. Succede così di ritrovare la spensieratezza dell'infanzia nelle pennellate che materializzano un pomeriggio d'estate a Punta della Rena. Il tocco leggero, quasi soave, il verde primaverile della vegetazione e la delicatezza della piana che si allunga ai piedi del Volterraio rievocano vecchi ricordi. Immagini di una dimensione di isola che sopravvive all'incalzare della modernità e che Nevio trasmette bene anche nel disegno pulito del centro storico di Portoferraio.
Nel caso del Cotone di Marciana Marina l'artista riesce a rendere l'unicum di un ambiente dove architettura dell'abitato e architettura della natura si fondono in un abbraccio meraviglioso. Anche quando supera se stesso con il rosso sfacciato e le persiane celesti, non oltrepassa mai i limiti dell'equilibrio delle forme e dell'armonia dei colori. Anzi, è proprio il ricorso ad accostamenti cromatici improbabili e sfrontati a permettergli di esaltare il contesto naturale e ambientale dell'Elba. "Dal mare, il ritorno" è l'apotesi della lirica pittorica di Leoni. E' la traduzione sulla tela del sussulto di ogni elbano all'ingresso nella rada di Portoferraio. E' il volo del gabbiano al ritorno sullo Scoglio. E' una preghiera in lode e gratitudine al disegno sublime di Madre Natura, e all'ingegno di Cosimo I de' Medici che cinquecento anni fa ne ha saputo interpretare la grandiosità legando in maniera indissolubile la città alla scogliera, alle agavi, al mare, al vento, al sole. E poi Lo Scoglietto. Dal mare però, con la
città medicea alle spalle. Spalmati su di una distesa di blu indecifrabile, i lastroni rocciosi sono sfogliai uno ad uno, come un vecchio libro per leggerne anche la più piccoli striatura e ricostruire la bellezza cromatica di una stratificazione geologica che è più di uno scoglio in mezzo al mare, è un monumento della natura tra i più cari ai portoferraiesi.

80x80 Vecchia panca
80x100 Panorama dai Vigilanti
90x120 Tenditoio
60x100 Ombrelloni a Sottobomba
50x100 Dai Mulini Faro stella
50x200 Dalla Torre al Grigolo

 

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